“Mi chiamo Cristiano, vi scrivo da Bergamo, vi prego state a casa”

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Il post di Cristiano Aldegani è comparso sul gruppo “Nervi a Pezzi” intorno alle 13e30 di un sabato mattina triste, segnato dalla paura, dalla preoccupazione e dall’ansia. Cristiano vive a Bergamo, una delle città più colpite d’Italia e da quando è bambino torna a Nervi per le vacanze. Ma non ora, non oggi. Sapete perché? Ecco leggete il suo post che pubblichiamo di seguito e, soprattutto, seguite il suo consiglio: “Non uscite di casa”.

Ciao, scusate se approfitto del vostro profilo ma lo faccio per mettervi in allerta.
Sono un bergamasco che ama Nervi e voi liguri. Ho 49 anni e da quando avevo 1 anno i miei nonni hanno comprato un appartamentino a Capolungo. Insomma vengo da voi da quasi mezzo secolo. Sento Nervi un po’ come casa mia.
Vi scrivo questo per far capire che la situazione è drammatica. Adesso a Bergamo e in Lombardia, ma presto purtroppo lo sarà anche da altre parti d’Italia a causa dell’insipienza dei cittadini. Da alcuni giorni ho chiuso l’attività a Bergamo. Prima ancora del decreto ministeriale.
Siamo reclusi in casa e possiamo uscire (1 per famiglia) solo per fare la spesa o per andare in farmacia o per andare in ospedale. La popolazione sta rispondendo direi bene a queste restrizioni anche se qualche decina di essi sono stati denunciati a seguito dei controlli delle forze dell’ordine per mancato rispetto della circolare. Vi do alcuni dati. Abbiamo centinaia tra medici e infermieri in quarantena ( occhio che basta poco: è sufficiente che una persona sia positiva e tutta l’equipe medica va in quarantena!);
sul nostro quotidiano (Eco di Bergamo) abbiamo solitamente 2 pagine di necrologi al giorno. In questi giorni invece la media sono 10 pagine di necrologi !
Abbiamo le camere mortuaria sature di bare! Le mettono addirittura in chiesa in attesa di essere cremate.
Quando ti ricoverano un tuo parente in gravi condizioni nella terapia intensiva, tu non lo vedi più e lui non vedo più i suoi cari. Fino alla morte.
Muore solo senza neanche un conforto o una carezza dei suoi famigliari. Quando morto, lo prendono così com’è, non lo vestono neppure e lo mettono nella bara. Non si fanno più neppure i funerali !!!!!!!!!
Lo mettono direttamente nel loculo o ammassati in una stanza in attesa di essere cremati. Scusatemi tutti se mi sono permesso di raccontarvi queste cose. Ma sono situazioni che stiamo vivendo direttamente noi. E siamo a 200 chilometri di distanza. 2 ore. Ci vuole nulla a far partire e propagare l’epidemia.
È bastardo questo virus. Si diffonde molto velocemente . Anche se i bambini e ragazzi lo superano abbastanza facilmente e con lievi sintomi, loro però possono essere veicolo di infezione a casa. Verso genitori e nonni !
Ascoltami per favore !
Vi parlo dal fronte. E sapete che la Bergamasca è, ad ora, la provincia più infettata.
– Non uscite
– Se uscite, solo per casi indifferibili.
– Tenere le distanze di almeno 1 metro.
– Usate le mascherine
– Non am-ma-ssa-te-vi !!!!!!
– Disinfettare spessissimo le mani con prodotti appositi.

Un abbraccio a tutti gli amici liguri e alla meravigliosa vostra terra che spero, tra qualche mese, di poter rivedere e ammirare.
Grazie

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