Nervi raccontata in una tesi del 1948

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Folklore della Riviera Ligure Orientale, De Ferrari pubblica una tesi di laurea del 1948

Da Nervi a Spezia, l’autrice Maria Luisa Chiesa, recchese doc, ripercorre la storia “minore” del territorio. Prefazione del Prof. Michele Marsonet

Sarà presentato sabato 23 novembre alle ore 16, presso la Sala Polivalente “Franco Lavoratori” di Recco, il volume “Il Folklore della Riviera Ligure Orientale”, di Maria Luisa Chiesa (1924 – 2002), edito dai tipi di De Ferrari.

Si tratta della tesi di laurea, discussa il 19 luglio 1948, di Maria Luisa Chiesa, già professoressa presso la Scuola Media di Recco, riportato alla luce per volontà della famiglia e in particolare della nipote Chiara Franceschi: “Mi è sembrato importante che il lavoro della nonna non andasse dimenticato, ma riportato alla luce e trasmesso alle future generazioni. Voglio ringraziare il Comune, nella persona del Vice Sindaco Edvige Fanin e l’Assessore Zanini, e l’Ardiciocca con il presidente Andrea Ognio, che hanno colto lo spirito di questo progetto e lo hanno sostenuto con entusiasmo”.

Oggetto della tesi, il Folklore della Riviera Ligure Orientale – intendendo come Riviera il territorio da Nervi a Portovenere in provincia di La Spezia. L’autrice ha affrontato aspetti legati alla “vita materiale” (ovvero l’“economia”, con chiaro riferimento alla marineria, ma non solo: scrive anche della casa e degli abiti tipici, delle colture agricole, manifatture, folklore gastronomico), alla sociologia (nascite e battesimi, matrimoni, funerali, feste tradizionali, proverbi dialettali, superstizioni…), alla religione (antichi usi religiosi marinari, leggende e miracoli, festività religiose..), a giochi e ninne nanne (in dialetto), elementi e rapporti con l’Oltremare, riportando dettagli estremamente curiosi e legati alla tradizione orale popolare.

“Ho accolto con entusiasmo l’idea di Chiara Franceschi di ospitare nel Comune di Recco la presentazione della tesi di laurea di Maria Luisa Chiesa perché per la nostra città questo rappresenta un’opportunità di crescita sia da un punto di vista culturale che storico. Grazie a questo libro si possono riscoprire i valori e le tradizioni del territorio attraverso un viaggio nel tempo che ci riporta in un periodo storico che ha messo a dura prova la nostra realtà locale – afferma il Vice Sindaco di Recco Edvige Fanin – La forza e l’energia della Prof.ssa Chiesa hanno saputo farci rivivere le emozioni di un fase storica dolorosa con un accurato lavoro di studio e di ricerca riuscendo a farci riscoprire il profumo del mare e la bellezza della nostra terra”.

“È assai importante notare che l’autrice adotta una definizione allargata di ‘folklore’, intendendo con questo termine l’etnologia del popolino, in tutti i vari aspetti della vita, economica e sociale. In pratica l’autrice identifica il folklore con quella che oggi chiamiamo ‘cultura materiale’, un’espressione che non era molto in uso nel periodo in cui la tesi fu redatta, e con la quale sono indicati tutti gli aspetti visibili e concreti di una particolare cultura, per esempio i manufatti urbani, gli utensili della vita quotidiana e delle attività produttive – spiega il Professore Michele Marsonet, già preside della Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Genova e autore della prefazione del libro – A tale proposito in archeologia, con cultura materiale, s’intende un metodo d’indagine che consente di ricollocare gli oggetti d’arte e i fenomeni artistici all’interno di un tessuto culturale omogeneo”.

Il relatore scelto da Maria Luisa Chiesa per la sua tesi era un personaggio illustre, il salesiano don Pietro Scotti (1899-1982). Piacentino di fama internazionale, Scotti si muoveva agevolmente tra etnologia, etnografia, antropologia e geografia umana. Appassionato di folklore, a questo tema dedicò numerosi lavori adottando una visuale interdisciplinare a cavallo tra analisi delle civiltà e studio dell’uomo, considerato come creatore della cultura e della società prese in esame in tutti i loro molteplici aspetti. Come già rilevato era noto sia in Italia che all’estero, e fu invitato come docente ospite da molti atenei stranieri. Dapprima docente al Pontificio Ateneo Salesiano dal 1939 al 1941, all’Università di Genova insegnò dal 1944 a metà degli anni Sessanta, per poi chiudere la sua carriera accademica nella Facoltà di Magistero dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Maria Luisa Chiesa – Note biografiche

Nata nel 1924, dopo dieci anni di matrimonio, da una giovane e ardimentosa mamma Lina e un più maturo e tenerissimo papà Enrico, Marisa cresce figlia unica in un contesto familiare felice e fa esperienze per l’epoca avventurose e privilegiate. Il papà la porta infatti spesso a caccia e la famiglia intera si spinge negli anni ’30 addirittura al rifugio del Livrio. Sfollata in tempo di guerra a Ruta nella zona delle “Rièe”, impara a farsi le scarpe con suole di cartone, a risparmiare ogni mozzicone di candela e a mangiare poco: “…eravamo tutti magri in tempo di guerra…”. Non trascura gli studi e infatti, nonostante le pesanti difficoltà degli spostamenti, si iscrive alla Facoltà di Lettere. Non infrequenti i trasferimenti in camion. Una volta, in occasione di un esame, sua madre pretende di accompagnarla per rendere edotto l’esaminatore circa l’impegno del viaggio da Recco a Genova. In quegli anni di studio si manifesta in lei una certa attrazione verso la lingua inglese di cui segue i corsi del Prof. Obertello. Questo fascino non la abbandona negli anni, anzi lo trasmette ai figli iniziandoli in età prescolare all’ABC dell’inglese su un modesto quadernetto. Si laurea nel 1948 e presto comincia la sua attività di insegnante a Ruta, presso il Collegio Mare e Monte, per lei galeotto perché qui incontra un giovane, brillante collega toscano dal bell’eloquio… il seguito si può immaginare.

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