Pepy Criaco, sempre più eroe Nerviese

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Giaccone blu, cappello di lana da camallo adagiato sul capo e maglione rosso acceso ben sbandierato sul petto. Il suo spirito, a Nervi, lo conosciamo bene, la tempra è quelle di un tempo: quella che si forgiava ancora con il cuore, il sentimento e l’emozione.

Il Cavaliere delle Repubblica Giuseppe “Pepy” Criaco, il Cavaliere di Nervi, proprio come in quel 30 giugno del 1960 a De Ferrari, è sceso in piazza a Sturla insieme ai manifestanti per mostrare il proprio dissenso.

Qui non si tratta di colore politico o di pensiero si tratta e si narra la storia di un uomo che dalla gioventù passata e vissuta nei porti australiani, come Sidney o Brisbane, ha trascorso i migliori anni della gioventù in riva al mare per tuffarsi in acque tempestose e salvare bagnanti in difficoltà. Da sempre è pronto a battersi per Nervi, il suo quartiere, la sua vita.

E pensare che – nonostante il suo genovese perfetto, stretto; quello che si parla tra la Maddalena e le calate del porto – le sue origini sono lontane: del Sud. Arrivato da Africo, un paese della locride calabrese, molto piccolo è cresciuto nella Città Vecchia nuotando fino alle navi americane in rada per procurarsi la penicillina e portarla a terra.

Cresce, diventa maestro di arti marziali; dagli anni’60 salva oltre sette persone da aggressioni e violenze. Si batte in politica per il suo quartiere e la sua città; viene premiato con il titolo di cavaliere per meriti civili e ancora oggi scende in piazza con la forza di un leone.

Alle nostre domande risponde: “Mi sun faëtu cuscì, cümme e’caladde dû portu”. E non se la prendano gli esperti della crusca genovese se il nostro scritto non è perfetto ma Pepy, il nostro Pepy, lo abbiamo solo noi.

Il nostro eroe Nerviese.

FOTO DI COPERTINA: MARCO BALOSTRO

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