Economia: Risparmiare o investire? Cosa decidiamo di fare con il reddito che produciamo

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L’inflazione è ai massimi degli ultimi 8 anni.
I perché di una scelta d’investimento possono essere molteplici. Tuttavia, uno su tutti risulta di primaria importanza: l’aumento dell’inflazione che nella realtà si traduce in una perdita di valore costante per i risparmi.
E non è un problema limitato solo a quest’anno post pandemia.

Supponiamo che, esattamente 50 anni fa, ovvero nel 1971, nostro nonno avesse messo in una cassetta di sicurezza 200mila lire. All’epoca erano
una bella cifra, se pensiamo che il pane costava 230 lire e che lo stipendio di un impiegato era di 150.000 lire. Mettiamo pure che abbia fatto tutto il
necessario affinché potessero arrivare, convertiti in euro e spendibili, agli eredi: oggi ci ritroveremmo in
mano il denaro appena sufficiente a comprare una bella t-shirt.
Al contrario, se li avesse investiti ad esempio nel paniere di azioni dell’indice statunitense Dow Jones, quell’investimento iniziale si sarebbe
rivalutato di oltre il 4.000%.
Risultato? Oggi potremmo comprare una casa, non una maglietta.

La scelta tra risparmio e investimento diventa pertanto fondamentale se vogliamo che i nostri obiettivi futuri si concretizzino.


Mettendo a confronto 10.000€ investiti o lasciati su un conto non remunerato, vediamo come l’assenza di una strategia precisa, fa sì che dopo 10 anni ci si ritroverebbe con circa 400€ in meno di quelli accantonati; al contrario investendoli in un portafoglio bilanciato, se ne avrebbero 8000€ in più.
Questi dati non sono un miracolo, bensì il frutto degli interessi composti legati ad una strategia di investimento sensata e adeguata al giusto orizzonte temporale.
Obiettivi ed orizzonte sono i due punti principali che vanno assolutamente chiariti con il proprio consulente prima di procedere in qualunque direzione.

a cura di Ivana Traverso

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