Blitz alla PMD

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Kavo Promedi: a rischio il posto di lavoro di 13 dipendenti. È l’alba di sabato 6 febbraio 2016 quando tir polacchi, scortati da guardie armate, caricano i macchinari della Kavo Promedi di via del Commercio, dopo averli smontati nel cuore della notte. A dare l’allarme uno degli operai, che avverte la polizia e chiama i colleghi, i quali intuiscono immediatamente che il loro futuro è in bilico. Inizia così l’odissea di 16 lavoratori e 16 famiglie, che, come un fulmine a ciel sereno, vedono venir meno ogni certezza.

Azienda– La Kavo Promedi è un’azienda tedesca, controllata dal gruppo Usa Dahaner e leader nella produzione di poltroncine per studi dentistici. A Nervi ha il suo unico stabilimento produttivo italiano.

Smantellamento– I motivi dietro la volonta di smantellarlo? Non economici. L’azienda ha un fatturato annuo di due milioni e mezzo di euro e non è in crisi; anzi, ha assunto recentemente 6 unità a tempo determinato per poter affrontare le “commesse”. Logistici? A Nervi si dice di no. “Non c’è mai stato alcun segnale che lasciasse presagire l’accaduto – racconta il delegato Fiom della fabbrica, Roberto Ferreccio – “Nessun accenno neppure da parte dei rappresentanti della casa madre, scesi a Genova soltanto due settimane fa per far foto e video”. Anche se, col senno di poi, in quella calata dalla Germania forse si potevano e dovevano scorgere i primi segni di un cambiamento nell’aria.

Presidio– Per tutta la giornata del 6 febbraio i lavoratori hanno difeso i “loro” macchinari ed il loro posto di lavoro, presidiando i cancelli della fabbrica in modo da non far partire i camion. Rabbia, incredulità e sconcerto nella loro reazione.

Sindacati– Al loro fi anco una delegazione della Fiom, che ha subito posto l’accento sul mancato rispetto, da parte dell’azienda tedesca, del termine di contrattazione di 75 giorni previsto per i licenziamenti collettivi dalla vigente normativa sul lavoro. Questo perché pare che una lettera di licenziamento per ciascuno dei 16 dipendenti sia stata spedita soltanto la sera antecedente il blitz.

Istituzioni locali– E solidali con loro anche le istituzioni locali, rappresentate dagli assessori allo sviluppo economico, rispettivamente Emanuele Piazza per il Comune ed Edoardo Rixi per la Regione.

Mancato accordo– Ma nonostante inizialmente i vertici della Kavo Promedi avessero fatto intendere di essere inclini a trattare, alla fine dell’incontro svoltosi in Confindustria nella mattinata dell’8 febbraio tra azienda, sindacati, Comune e Regione è arrivata la notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire, ma che tutti temevano. Laconica e lapidaria.“ La Kavo Promedi ha confermato la volontà di chiudere la sede di via del Commercio, per motivi di “ottimizzazione” – ha spiegato il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – ed ha agito in modo “barbaro” perché temeva gli scioperi e le lotte. 13 lavoratori su 16 finiranno in aspettativa retribuita fino alla conclusione della trattativa tra azienda e sindacati”.

Futuro– Sul dopo incombe un grosso ed inquietante punto interrogativo. E quando sorgono queste domande, spesso si conosce già la risposta.

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