Siamo distanti poche miglia dalle coste del Levante. Il punto di partenza è quello del Porto Antico. Il comandante Mattia Chiaschetti esce dal porto e mette la prua verso il Levante.
Dopo poche miglia la motonave rallenta e la voce della guida, dall’altoparlante, invita i passeggeri a fare silenzio e a osservare verso levante.
Lo spettacolo che si apre agli occhi degli improvvisati naviganti è da mozzare il fiato. Uno sbuffo, alto, nebulizza l’acqua dallo sfiatatoio. “Una balenottera comune”, gracchiano le casse installate agli angoli del ponte. L’emozione è troppa e i passeggeri – armati di lunghi obiettivi e cellulari – ridono e applaudono.
Due pinne caudali si immergono e riemergono più volte. La motonave le segue, permettendo a tutti i visitatori di poter godere dello spettacolo.
Il Golfo Paradiso è quello di Genova si trovano nel mezzo del santuario Pelagos.
Il Santuario è una zona marina di 87.500 km² che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano.
L’originalità del Santuario Pelagos per i mammiferi marini del Mediterraneo è insita nel fatto che esso costituisce un’area gestita da tre Paesi in un territorio costiero e di alta mare. E un “ecosistema di grandi dimensioni” che presenta un notevole interesse scientifico, socio-economico, culturale ed educativo. In termini molto generali, l’insieme del Santuario può essere considerato come una subunità biogeografica distinta del Grande Ecosistema Marino (LME – Large Marine Ecosystem) del Mediterraneo.
Dopo un viaggio di qualche ora, accompagnato dai delfini che giocano con la prua della nave si fa rotta verso Genova. Tra applausi, sorrisi sotto le mascherine e applausi si torna in porto. Al tramonto, la Superba, è meravigliosa.