Nervi scende in piazza

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Nervi è bloccata. Ferma. Paralizzata. Gli autobus terminano il proprio giro in corso Europa, le automobili – nella mattina del 15 febbraio – restano posteggiate.

Gli operai metalmeccanici della Promedi (azienda che opera nel settore dentale), affiancati spalla a spalla dai colleghi del ramo commerciale della Kavo Italia, sfilano per le vie del quartiere con bandiere, striscioni e drappi rossi.

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Non saranno forse le orde manifestanti di piazza Corvetto o Manin, ma da via del Commercio (sede della PMD) fino a Largo Edilio Pesce e via Oberdan, si sciopera per i propri diritti. Non succedeva da tanto tempo che qualcuno scendesse in strada e decidesse di fermare il traffico del quartiere in nome di un ideale da difendere. Non c’è violenza a Nervi, non c’è bisogno di cordoni armati delle forze dell’ordine; i quasi cento operai hanno camminato per il borgo applauditi e incoraggiati da tutti i residenti. “Siamo con voi”, si sente urlare dall’interno delle botteghe; “Forza ragazzi, non mollate”, risponde qualcun altro. Nervi è stata toccata e non è rimasta indifferente alla “faccenda Promedi”. Il nodo è sempre lo stesso, non tanto la chiusura del ramo metalmeccanico di Pmd che torna alla casa madre in Germania – a Biberach -, quanto il modo in cui si è deciso di attuarlo. Tutti gli operai sfi lano dietro uno stendardo rosso, “Kavo-Promedi Occupata”. Ritornano gli ideali e i soffi di lotta dei diritti che da tanto tempo non si respiravano a Nervi, da quando l’Aura venne trasformata in un ricettacolo per topi, oppure quando Sant’Ilario agitava i propri vessilli per dare un freno alla cementificazione selvaggia.

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Troppo spesso Nervi è stata considerata terra non combattiva o comunque dal temperamento sopito. Nulla fu mai così errato e falso, ancora una volta – come in tutte quelle situazioni in cui si è mostrato il bisogno – il quartiere del Sole e i nerviesi si sono schierati dalla parte del giusto e del diritto, quello vero e inalienabile quale è quello del lavoratore, come in quest’ultimo caso.

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E se la Kavo Italia, ramo commerciale che resta un’eccellenza del nostro territorio come la seconda filiale più produttiva in Europa, dopo la casa madre tedesca; c’è un’altra realtà che soffre e che dal nulla – in una notte – si è vista serrare i cancelli. Quasi come quei lavoratori che – fino a poche ore prima hanno dato sudore e anima all’azienda – si fossero trasformati in reietti da tenere lontani dalle pareti maestre perché pericolosi. Come andrà fi nire forse è già scritto, o forse no. Una cosa è certa, Nervi non smette di schierarsi sempre dalla parte giusta con anima e cuore, proprio come lunedi 15 febbraio.

Elisa Marini

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