Partiamo da un presupposto, costituzionale: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Fatta questa doverosa premessa è chiaro che la situazione – drammatica e complessa – che si sta vivendo dall’inizio del 2020 ha messo in grossissima difficoltà tutto il comparto del commercio: piccolo e medio. Il diritto al lavoro, così come quello alla salute, è anch’esso tutelato dalla Costituzione. L’articolo recita come la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Proprio per questo ci auguriamo che, in seguito al DPCM (che sarà in vigore fino al 24 novembre) e dopo le parole del Premier Conte, gli impegni presi vengano rispettati e vengano rispettati in tempi rapidi; questo per permettere alle imprese di sopravvivere.
Cassa integrazione, credito di imposta sugli affitti e liquidità su conti correnti per le categorie in sofferenza.
“La situazione è drammatica – sottolinea Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova – Consegna a domicilio, aperture a pranzo. Saracinesche su a tempo limitato, anzi, a scadenza mi verrebbe da pensare. Ciò che mi chiedo è come sarà possibile tenere aperto fino alle 18, pranzo compreso, se penso ai ristoranti. Come potrà tenere aperto un benzinaio, un negozio di abbigliamento oppure un esercizio cittadino. Come potranno fare gli esercenti considerato lo smart working e il personale degli uffici costretto al lavoro da casa. Le strade saranno deserte. Per il piccolo e medio commercio sarà comunque una Caporetto, saranno in tanti costretti ad abbassare la serranda”.