Un quartiere ferito

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Un disastro vero, a tutti gli effetti. La passeggiata Anita Garibaldi sferzata a tal punto dai venti tanto scoperchiare i soffitti dei locali, polverizzare la cabine degli stabilimenti balneari e mandare in pezzi le finestre affacciate sul mare. Un mare che non ha dato scampo, montato da un vento che ha soffiato a oltre 160 chilometri orari.
Capolungo in ginocchio, le pietre della marina sono volate fino ai piedi del ponte della Ferrovia; il porticciolo avvolto da una coltre di aria e sale che oscurato la telecamera posizionata poco sopra; il castello privato del tetto e i parchi – ormai – lontano ricordo.
“Non sappiamo quando sarà possibile riaprirli”, ha detto l’assessore Crivello.
Il bollettino è di quelli terribili, spaventosi. Il quartiere è stato colpito duramente e sembra quasi che Sant’Ilario e la parte alta di Nervi abbiano mutato il proprio profilo.
Ancora oggi, la nostra amata, è ferita nel profondo. Le gallerie dell’A12 prima dell’uscita autostradale sono al buio e in alcuni tratti di via Sant’Ilario, via Campostano, via Capolungo, via del Commercio e Porticciolo non è stato possibile ancora recuperare i detriti lungo la strada. Per non parlare del crollo di un cantiere con tanto di gru. Siamo stati colpiti duramente, è vero. Ma noi siamo nerviesi.

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