Ardita, adesso fai trentuno

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Giù il cappello per l’Ardita Juventus, autrice di una prestazione da incorniciare, e non solo per il punteggio. Contavano i due punti e quelli sono arrivati, anche se a dire il vero, e gli appassionati del “mondo a spicchi” possono confermarlo, ce lo si poteva aspettare. Nonostante ciò i ragazzi di Mister Chiesa, contro un avversario diretto per la corsa alla salvezza, ovvero il Red Basket, squadra di Ovada, sono stati praticamente perfetti. Il risultato parla charo, al PalaAllende la compagine nerviese ha la meglio e si aggiudica l’incontro con trenta punti di scarto, 68 a 38 alla fine di un match ben giocato e condotto dall’inizio, controllato con sapienza e incrementato con un ultimo parziale che non lascia spazio a repliche, 14 a 0 e tutti a casa.

Come battesimo nella categoria non ci si poteva attendere di meglio, anche se in qualche occasione, forse per la poca esperienza o per un andamento altalenante, l’Ardita avrebbe potuto fare qualcosa di più. Dopo la tempesta è arrivato il sereno, ovvero dopo un periodo coinciso contro una serie di risultati negativi, è arrivata la bella vittoria nel momento migliore, quello che precede la fase più importante. Ora arriva il momento clou della stagione, i play out, dove i ragazzi si giocheranno tutto. Il percorso compiuto dalla squadra, se pensiamo all’inizio, da nuova arrivata e in un campionato pieno di insidie come la C Silver, insieme alla preparazione per i play out. Abbiamo voluto analizzare questi due aspetti, che viaggiano comunque di pari passo, perché le gare da dentro o fuori, come vengono definite, certificano una crescita del gruppo, della qualità del gioco, ma ora tutto si azzera e solo chi lo meriterà manterrà la categoria.

Non c’è tempo ora per pensare ai periogi bui, agli altri ricchi di soddisfazioni rappresentati dalle 4 vittorie conquistate durante la stagione; è tempo di conferme, di mostrare di aver raggiunto un buon livello di maturità, per alcuni quello di mostrarsi come giocatori di categoria, per altri di aver accresciuto la propria esperienza. L’Ardita Juventus è chiamata a tirar fuori le unghie; gli amanti del basket a Nervi, i supporters di sempre, ma anche coloro che hanno mai visto una partita, sono invitata. La salvezza in questo suo primo campionato di Serie C Silver passerà dai playout, così imprevedibili e crudeli.

Alla domanda “che annata è stata?” ha risposto Luigi Cornaglia, sempre molto vicino, che ha confermato quanto detto già prima che iniziasse il campionato: “E’ stata una stagione appassionante, difficile, ma bella, in cui una piccola realtà come la compagine nerviese si è confrontata con squadroni dal budget e dai centimetri molto più significativi, senza però mai rinunciare alla propria vocazione di combattenti”.

Verissimo, perché se c’è una qualità da sottolineare quella riguarda lo spirito; non hanno mai mollato i ragazzi, guidati da un “indomabile” coach Chiesa, così ha voluto definirlo Cornaglia, considerando la passione, le reazioni in panchina, l’attaccamento alla squadra, che deve molto al suo tecnico. “In tanti sono maturati – ci spiega Cornaglia – dai più giovani, sia Under 20 che Under 18 inseriti nelle rotazioni, molti dei quali hanno fatto il loro esordio, fino ai senatori”. Quando ci si riferisce ai “più vecchi” o a quelli che hanno più esperienza non si possono non nominare Rossi e Rovati, o un Sobrero sempre determinato a lottare sotto le plance, Negrini, rientrato in gran spolvero dall’infortunio.

Questa è l’Ardita, un gruppo fantastico, completo, dove i Pietronave o i Manica, nonostante la giovane età, sono sempre più integrati e punti di riferimento. “Gli scontri decisivi arrivano adesso – conferma – e si giocheranno a partire da fine Marzo in Via Allende, per cui tutta Nervi è invitata a partecipare e a sostenere la sua squadra”.

In vista di queste gare fondamentali e che valgono tutta una stagione, ha parlato anche mister Chiesa, chi meglio di lui può tracciare un bilancio sul percorso fatto finora e dare un parere sulle sfide future. “Purtroppo abbiamo dovuto affrontare una stagione complicata – ha affermato il tecnico dell’Ardita – e perdere un giocatore fondamentale, com’era per noi Dall’Orso, a metà anno, per la sua decisione di partire per gli States, è stato un duro colpo. Abbiamo dovuto gestire anche diversi infortuni, tra cui quelli di Negrini e Pietronave, ma resto comunque molto orgoglioso dei miei ragazzi perché, tolte un paio di partite dove siamo arrivati fore un po’ scarichi, la suqadra ha lavorato con intensità per tutto l’anno, crescendo settimana dopo settimana e dimostrando quel che per me è importante, l’avere un’anima e un’identità di gioco”.

Testa e cuore che dovranno tirare fuori nei play out, dimostrando il loro valore, ma non ci sono dubbi che daranno tutto. In questi momenti conta l’apporto di tutti; anche Mauro Molisani, presidente dalla società, ha commentato la chiusura della stagione regolare, con uno sguardo ai play out: “La squadra ha lavorato tanto e siamo molto orgogliosi dei nostri ragazzi, tutti sanno quanto sia difficile restare a questi livelli, il budget richiestp è consistente, in più la nostra è una piccola società che non può certo giocarsela ad armi pari con corazzate del livello di Spezia, Cus o Sarzana, ma nonostante questo ci siamo. Il problema principale per noi resta quello degli impianti – ha proseguito – perché giocare a Molassana è scomodo e sconveniente, perdiamo il rapporto con il territorio e abbiamo costi alti di gestione. Continuiamo a sognare, perché in cima alla lista dei desideri ci sarebbe un impianto sportivo nel Levante di Genova dove poter proporre una pallacanestro di livello”.

Chissà se i sogni del Presidente Molisani, condivisi da tanti sportivi nerviesei, costretti a spostarsi ogni settimana per fare sport, un domani potranno avverarsi, intanto tutti di augurano che l’Ardita possa rimanere in questa categoria, sarebbe un risultato enorme.

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