La nostra stazione

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Dal Paradiso all’Inferno, da stazione entrata in mondo visione fino a ridursi a “ una come tante ”. Se non peggio, perché quella di Genova – Nervi, situata in fondo allo stupendo Viale delle Palme, in Piazza Sciolla, tra la strada e la Passeggiata Anita Garibaldi, a guardarla bene sembra essere lasciata al proprio destino, vittima di atti vandalici che ne hanno deteriorato ogni parte, ricoperta dall’immondizia e non solo. I viaggiatori passando da lì trovavano un luogo di pace, il mare a pochi passi, una vista e un panorama stupendi, per cui anche l’attesa del treno poteva essere vista come un momento di catarsi, di rilassamento.

Sono passati trent’anni da quello che per la Liguria, e per Nervi nello specifico, è stato vissuto come un momento storico. Era il 1984 quando la RAI decise di sfruttarne la magnificenza per girarvi una pubblicità. Lo spot dell’Aranciata vedeva proprio come protagonista la stazione ferrioviaria nerviese, il bar, i binari, poco più di trenta secondi in cui al centro, oltre alla bevanda, c’era un rapporto, quello tra due giovani, genuini, acqua e sapone, proprio come quella stazione, che poteva far nascere un amore. La storia di una partenza, quella dell’amata, con il suo spasimante in una corsa contro il tempo per salutarla prima che il suono del treno segnasse il suo allontanamento. Un’aranciata consegnata dal finestrino, con la scritta “ Ti amo ” sulla lattina; quella “ della prima volta in cui ti senti grande ”, così recitava il testo della canzone scelta come colonna sonora.

Quante volte, da ragazzino ma non solo, sarà capitato di passare anche cinque minuti in una stazione, ad aspettare l’arrivo del treno; ma proprio in quella stazione, ricordando quello spot. Una stazione che era splendida finchè il vandalismo non ha preso il sopravvento. Il bar era un via vai di gente, tutto funzionava alla perfezione, la pulizia regnava sovrana, come si poteva ben notare dalla pubblicità, tutto era al posto giusto. Oggi, se uno capita in stazione, anche per caso, viene quasi da mettersi le mani nei capelli. Essa presenta, o meglio, dovrebbe presentare, due piani, al primo la biglietteria, un’edicola, un bar e la sala d’attesa, oltre alla dirigenza per il movimento. L’altro livello? Chiuso, a dimostrazione della non curanza totale, e la colpa è sempre spartita tra le parti, senza nessuno che si assuma le responsabilità.

Un servizio come quello ferriovario, rovinato, e non è la prima cosa che a Nervi viene ridotta in questo modo. Quanti i punti negativi di un potenziale Paradiso. La gente cosa fa? Si lamenta, pone le sue rimostranze, ma sembra che nessuno voglia sentirle. L’esempio più lampante di come il menefreghismo abbia preso il sopravvento e l’ignoranza abbia sopraffatto il buon senso è dato dalla condizione dei servizi igienici della stazione stessa. Non bastavano gli altri atti vandalici, evidentemente no, perché i bagni si presentano inagibili, e non da qualche giorno, visto che sono ormai passati mesi e la situazione è sempre la stessa.

Nessuno è intervenuto, ma la colpa è anche di questi vandali che continuano a distruggere ciò che non è di loro proprietà. Incredibile, si direbbe, ma sembra ormai diventata questa la normalità. Eppure qualcosa si era mosso, i lavori di ristrutturazione dei servizi igienici erano terminati a giugno, resi vani, in parte per lo meno, da questa terribile vicenda. Si era provveduto anche alla tinteggiatura dell’intero atrio al fine di rimuovere i grati presenti e a mettere a posto i prospetti lato marciapiede del primo binario. La panchina d’attesa del marciapiede del secondo e terzo binario era stata tinteggiata, la vegetazione spontanea tolta dai giardini per creare un po’ più di ordine, insieme alla conseguente potatura di piante ed arbusti, alla pulizia e al taglio della vegetazione sui binari. Un intervento massiccio in cui si era provveduto anche a pulire atrio, sala attesa, box attesa, bagni pubblici, marciapiedi della stazione, sottopasso e scale.

Fino a quando non è successo quello che stiamo per descrivere. Eravamo intorno a ferragosto quando i soliti “ imbecilli ” hanno dato fuoco a un dispencer in plastica della carta igienica. I danni maggiori li hanno riportati i muri, così come la porta dei bagni, praticamente distrutta. Sul posto sono subito intervenuti Polfer e Protezione Aziendale di Rete Ferroviaria Italiana con ovviamente l’ausilio dei Vigili del Fuoco, ma quello che colpisce è che si continuino a vedere cose del genere. L’accanimento di chi non ha cura del bene comune, che porta spesso a fatti del genere, ma soprattutto l’ignoranza di aver agito in stazione, dove qualcuno avrebbe potuto subire dei danni più gravi di quelli che si sono verificati. I muri appena tinteggiati, così come le porte, adesso ridotte veramente male. Sono passati più di sei mesi e non è stato ancora posto rimedio, visto che i servizi sono stati chiusi per ragioni di sicurezza da quel giorno fino a data da destinarsi, fino a quando non verranno completati i lavori di ripristino. Un ulteriore danno appannaggio dei passeggeri, oltre all’evidente conseguenza che ha visto compromessi gli interventi di riqualificazione attuati dalla RFI nelle stazioni liguri.

Nervi aspetta di veder rifiorire la sua bellissima stazione, quella che nel giro di qualche anno si è smembrata.


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